Continua la riflessione sul cambiamento climatico al Liceo “Pacinotti”
Nell’ambito delle attività previste dal progetto GIARDINO BOTANICO, ancora in primo piano il cambiamento climatico nell’auditorium del Liceo “Pacinotti”. Il 1° marzo è stata la volta del professor Claudio Romeni, già alunno e docente di matematica e fisica del Liceo, nonché autore di diverse pubblicazioni, sia in italiano che in inglese, e relatore in ben oltre 50 incontri su tematiche ambientali presso gli Istituti Superiori di tutta Italia. Alla conferenza "I cambiamenti climatici: cosa sono e perché ci riguardano" hanno preso parte per il Liceo “Pacinotti” gli alunni delle classi 1LC (sezione Cambridge) e 1P (curvatura biomedica), insieme ai professori Sara Fornasini, Francesca Maggiani, Andrea Manuguerra, Luigi Quattrocchi e Roberta Tognari, mentre l’Istituto Comprensivo n° 4 è stato rappresentato dagli studenti delle classi 3E e 3H, accompagnati dalle docenti Marianna Di Stasio, Loredana Morabito e Federica Vetrale. Presenti anche il professor Paolo Comaschi e la professoressa Marcella Guido, referente del progetto, cui è spettato il compito di introdurre il relatore.
L’incontro è stato suddiviso in due parti: nella prima, dopo i saluti e i ringraziamenti della Dirigente Scolastica del Liceo “Pacinotti”, professoressa Grazia Geranio, il professor Romeni ha condotto una riflessione preliminare sulla straordinaria opportunità per i ragazzi di acquisire, attraverso il progetto GIARDINO BOTANICO, le strategie necessarie a raggiungere la consapevolezza e l’autonomia sulla questione della sostenibilità; nella seconda parte gli studenti hanno avuto ampio spazio per sottoporre al docente osservazioni, dubbi e richieste di chiarimenti. Le domande hanno riguardato soprattutto i siti web citati nel corso della lezione (fondamentali per ulteriori approfondimenti personali), l’analisi dei dati presentati dal professore a sostegno della sua argomentazione, un “case study” relativo alla pubblicità ingannevole di un prodotto solo apparentemente “green”, la questione delle auto elettriche e i rischi legati all’energia nucleare.
Il relatore si è concentrato soprattutto sul tema dell’aumento della temperatura della Terra, ponendo l’accento sul fatto che oggi c’è uno sbilanciamento tra l’energia solare in ingresso e quella in uscita, che è minore a causa dei gas serra (tra cui l’anidride carbonica e il metano, che, mescolandosi con altri gas e con il vapore acqueo, generano appunto il micidiale “effetto serra”); l’accumulo dell’energia in eccesso riguarda per il 91% gli oceani. Se i cambiamenti climatici sono antropogenici, bisogna evitare di immettere troppa anidride carbonica nell’atmosfera: ora, osservando i diversi modelli climatici, possiamo chiaramente notare che i maggiori responsabili sono i Paesi occidentali, la cui “carbon footprint”, a partire dalla Prima Rivoluzione Industriale, è aumentata in maniera esponenziale (a tale riguardo, si consideri che tra il 1850 e il 1900 c’è stato un aumento delle temperature specialmente nel Nord Atlantico e nel Mar Mediterraneo). Oggi il 6% delle emissioni globali dei gas serra deriva dallo spreco di cibo e la produzione del cibo è responsabile per il 26% delle emissioni dei gas serra. Infine l’impronta di carbonio relativa al trasporto è misurata in grammi di anidride carbonica per kilometro percorso dal passeggero (g/km); questa dinamica include anche l’impatto relativo all’aumento delle emissioni degli aerei in quota. Le previsioni per il futuro sono nefaste, in quanto il riscaldamento sarà più intenso nell’Artico, sulle terre emerse e nell’emisfero nord, mentre le precipitazioni aumenteranno alle alte latitudini, ai tropici e nelle regioni monsoniche, e diminuiranno nelle regioni subtropicali. Per contrastare tutto ciò bisogna progettare, concordare e adottare misure di mitigazione e adattamento. Per esempio, durante la conferenza di Parigi sul clima del 2015, i Paesi partecipanti hanno convenuto di mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C. In tale contesto è necessario che ognuno di noi faccia la sua parte. Ecco allora i suggerimenti del professor Romeni per ridurre la nostra impronta di carbonio: limitare i quotidiani sprechi di cibo, diminuire l’apporto di proteine animali, privilegiando pesce e pollame, e infine valutare razionalmente i ‘falsi miti’ relativi agli alimenti biologici e ai prodotti a km zero.